sabato 13 ottobre 2012

La mia emozione è tua

Firenze non è la mia città di nascita, ma mi ha adottata e io le voglio un gran bene.
Allora capisco che anche le cose non tue possono essere ugualmente parte di te, dei tuoi pensieri, del tuo modo di essere. Capisco che una città per essere perfetta non deve per forza avere il mare o le stelle chiare di notte, ma deve avere le risposte alle tue domande, una qualunque. Io non lo so ancora se ha risposto ai miei perché, forse nemmeno ce li ho dei perché. So solamente che quando arrivo, da qualunque parte, con qualunque mezzo, quando arrivo a Firenze, mi sento proprio a casa mia.
Se la Puglia è e sarà sempre la mia mamma, Firenze è il mio papà: senza loro non sarei mai potuta essere la persona che sono diventata. Di me so che le cose che vivo io le sento proprio dentro, che mi si strugge dentro qualcosa e che poi ci penso sempre perché in tutto ciò sono nostalgica.
Ora, sta succedendo che questo è il mio ultimo anno di università. Come purtroppo spesso accade anche io dopo la laurea non so che farò, dove andrò e pur di lavorare dignitosamente potrei andare ovunque. Succede che io nei posti in cui vivo ci lascio un pezzo di cuore. Davvero. Che sia una strada, che sia una casa mi si altera qualcosa, c'è un'intermittenza nel cuore come Proust insegna e lì è fatta.
Succede che questo periodo è particolarmente pieno di idee e progetti per me (ad esempio, ora è in corso il progetto di Storie di ordinaria follia ). Merito della Diana, della Polaroid, del vedere spazi espositivi fighissimi, di una giusta congiunzione astrale, che ne so, ma tant'è.
E quindi insomma, per farla breve, partendo dall'assunto che ci sono luoghi in cui io c'ho lasciato il cuore mi sono detta:"Perché scriverlo e basta? Perché non prestare la mia emozione a qualcuno che può farne quello che meglio crede?".
E così che nasce 'sta cosa che ha come titolo provvisorio "La mia emozione è tua".
Ci sono io che penso "Oddio, qui ci sono passata quando ho preso casa, mi sono voltata per caso e non mi è sembrato di essere a Firenze!" Ci sono io che fotografo e che stampo e che poi porto la fotografia dove l'ho scattata.
E poi ci sono io che dopo aver stampato, prendo un adesivo a forma di cuore e lo appiccico, lo appiccico là dove ho lasciato quell'emozione, là dove il mio cuore si è fermato o ha accellerato.

Questo lo vorrei fare ovunque. Ovviamente, nel caso di città in cui non tornerei, ci sarà una Polaroid (che poi in realtà io volevo mettere Polaroid ovunque, ma le pellicole sono care e io sono pur sempre una studentessa fuorisede e adesso non ho i soldi per comprare un'altra macchinina istantanea e la Diana ora che ha anche flash e gelatine mi ha preso l'anima)

Ma cosa succede poi nel corso della giornata?
Succede che leggo vado sul sito Lomography e leggo questa cosa qua.
Mi fermo, mangio dei cioccolatini e mi chiedo perché io abbia il super potere di arrivare SEMPRE in ritardo.